30 Lug Il rinnovo del protocollo
Il rinnovo del protocollo è avvenuto a luglio 2017, Protocollo di Intesa per l’incremento delle competenze inerenti la progettazione sostenibile e sicura. Progetto “Laboratorio Abitare Sostenibile Sicuro” (LAS2).
Ambito territoriale: Città metropolitana di Torino.
Firmatari: Regione Piemonte, Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, Camera di commercio di Torino, Città Metropolitana di Torino, Politecnico di Ingegneria – Dipartimento Energia, Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Torino, Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Torino, Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, Unione Industriale di Torino, Collegio Costruttori di Torino, CNA Torino, Istituto Superiore Erasmo da Rotterdam, Comune di Nichelino, Fondazione “Climabita”, Fondazione “Environment Park e Associazione ETA – Energia Territorio Ambiente”.
Rete di scuole: 9 istituti, scuola capofila IIS “Erasmo da Rotterdam” – Nichelino
IIS Buniva Pinerolo, IIS Sella “Aalto Lagrange” Torino, ITG “Guarini” Torino, ITCG “Galilei” Avigliana, IIS Curie “Vittorini” Grugliasco, IIS “Fermi” Ciriè, IIS “Maxwell” Nichelino (unico indirizzo Meccanica, Meccatronica e Energia), IIS XXV “Aprile” Cuorgnè (unica scuola che si è aggiunta nel 2017 al gruppo “storico”).
Il Progetto legato al protocollo prevede attività svolte presso i Laboratori della Scuola edile dell’Ente bilaterale Formazione Sicurezza Costruzioni – FSC.
Rispetto al protocollo precedente, si è ampliata la partecipazione dei soggetti e sono stati rivisti gli obiettivi sia sul tema della sostenibilità ambientale, energetica e di sicurezza sismica e idrogeologica sia sui percorsi di Alternanza scuola lavoro (poi PCTO) dopo la Legge 107/2015.
Gli obiettivi:
1. incrementare concretamente l’alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO);
2. qualificare le competenze in materia di sostenibilità ambientale ed architettonica;
3. incrementare i rapporti con il mondo del lavoro;
4. migliorare la formazione e l’aggiornamento di nuovi profili professionali per qualificare una nuova occupabilità;
5. progettare secondo i criteri dell’Universal Design, della Lean Production e dei Modelli di Eccellenza;
6. sperimentare le strategie per la realizzazione di Smart Home and Smart City;
7. utilizzare la moderna strumentazione a supporto della progettazione e del rilevamento (BIM, GIS, stampa 3D, utilizzo dei social network);
8. realizzare un polo di orientamento alla sostenibilità e al risparmio energetico, con particolare attenzione alle professioni del settore edilizio, impiantistico, energetico;
9. sensibilizzare gli studenti e la cittadinanza al concetto di sostenibilità sicura, intesa come spazio urbano e sociale.
Ringrazio per l’invito gli organizzatori di questo evento e voglio subito complimentarmi con tutti i partner del Protocollo di Intesa per gli esiti del progetto “Laboratorio Abitare Sostenibile Sicuro”, esprimendo, in particolare, il più sincero e convinto apprezzamento dell’USR e del Ministero sul lavoro finora svolto dai nove Istituti che compongono la Rete di Scuole.
Lo scenario
Vorrei partire da una sintetica descrizione dello scenario che ci attende.
Il nuovo rapporto del World Green Building Council (World GBC) rende noto che gli edifici e il settore dell’edilizia sono responsabili del 39% di tutte le emissioni di CO2 nel mondo. Quelle c.d. “di gestione”, derivanti dall’energia utilizzata per riscaldare, raffreddare e illuminare gli edifici, pesano per il 28%; il restante 11% proviene da emissioni di CO2 c.d. “incorporate, o iniziali” associate a materiali e processi di costruzione durante l’intero ciclo di vita dell’edificio.
Nell’ambito della decima edizione della World Green Building Week (24-29 settembre 2019), l’organizzazione mondiale di cui sopra ha lanciato una nuova sfida su come gli edifici e le infrastrutture in tutto il mondo possano contribuire a ridurre le emissioni globali di carbonio da oggi al 2050:
entro il 2030 tutti i nuovi edifici, le infrastrutture e le riqualificazioni emetteranno il 40% in meno di emissioni di CO2 incorporata, con riduzioni significative di quelle derivanti dai materiali e dalla fase di costruzione e tutti i nuovi edifici azzereranno le emissioni di CO2 in fase d’uso;
entro il 2050, le emissioni di carbonio incorporate e in fase d’uso dovranno essere totalmente azzerate e questo varrà anche per il patrimonio edilizio esistente.
Questo ambizioso piano declina un chiaro percorso di azioni che tutti, designer, investitori, produttori, governi, ONG e ricercatori potranno intraprendere per accelerare la de carbonizzazione, affrontare le attuali barriere del mercato e sviluppare soluzioni alternative a basse emissioni di CO2.
Tuttavia, il rapporto avverte che il cambiamento non avverrà senza una reale trasformazione del modo in cui l’industria produce e conseguentemente del mercato, una sfida, questo lo aggiungo io, che si giocherà prima di tutto sul piano culturale, della formazione e dell’educazione.
Oggi, e sempre di più in futuro, la tutela dell’ambiente è, e sarà il tema centrale del progresso e dello sviluppo sostenibile dell’umanità, attraverserà trasversalmente tutte le dimensioni della vita delle persone, permeerà tutti i settori della società contemporanea, indurrà a ripensare gli attuali assetti sociali e i modelli culturali, economici e del lavoro, aprirà nuovi scenari all’innovazione tecnologica, occuperà le agende delle istituzioni politiche a livello globale, dunque, investirà di nuove responsabilità i sistemi dell’istruzione, della formazione e della ricerca.
La scuola, che ha il compito di costruire nell’oggi la società del domani, ha evidentemente un ruolo fondamentale in questi processi di cambiamento, deve saperli intercettare e accompagnare, orientando la trasmissione dei saperi e della conoscenza alla formazione di una cittadinanza attiva e di una coscienza critica anche rispetto all’innovazione, all’ambiente e alla sostenibilità.
Le bambine e i bambini che oggi frequentano la scuola primaria saranno gli adolescenti e gli adulti di domani, affronteranno nel corso del loro ciclo formativo trasformazioni che non siamo in grado neanche di prevedere, utilizzeranno tecnologie che ancora non esistono, la grande sfida per i sistemi dell’educazione e dell’istruzione sarà prepararli al meglio per affrontare da protagonisti il mondo che verrà, il progresso futuro verrà deciso dalle loro teste e camminerà sulle loro gambe, sarà influenzato dalle loro intelligenze creative.
Ecco perché la Scuola deve mettere al centro lo sviluppo integrale della persona, deve prendersi cura di assecondare, con gradualità e nel rispetto dei tempi, delle attitudini e degli stili di ciascuno, i processi cognitivi attraverso cui ogni studente apprende la conoscenza, tenendo presente che nell’era della quarta rivoluzione industriale, anche quest’ultima, come la tecnologia, è soggetta ad una obsolescenza precoce, la conoscenza invecchia più velocemente che in qualsiasi altra epoca storica precedente, dunque sarà necessario rigenerarla continuamente e allora il compito principale degli insegnanti sarà istruire ed educare le nuove generazioni ad imparare ad imparare lungo tutto l’arco della vita.
Anche il nostro progetto deve necessariamente svilupparsi lungo questa direttrice ed elaborare una sintesi culturale tra l’esigenza di ammodernare i contenuti specifici delle discipline di indirizzo, rendendole tramite opportune curvature più coerenti con lo sviluppo della conoscenza sui temi dell’ambiente, del risparmio energetico, della sicurezza e l’esigenza di innovare la metodologia didattica per favorire oltre l’apprendimento di competenze tecniche di settore aggiornate, anche lo sviluppo di competenze più profonde, c.d. trasformative, che valorizzino e rafforzino la capacità delle persone di conoscere se stesse e di saper esprimere in pieno le loro qualità umane, ossia la capacità di operare scelte consapevoli per il proprio futuro, anche lavorativo e di saper vivere in modo attivo in un mondo incerto per migliorarlo.
In questo senso, sono meritevoli di attenzione i risultati finora raggiunti dal progetto, mi riferisco alla curvatura e innovazione dei programmi dell’indirizzo tecnico CAT (Costruzioni ambiente e territorio), all’aggiornamento dei docenti, che ha portato alla pubblicazione di due Volumi, il secondo dei quali verrà presentato qui a Restructura, alla formazione degli studenti attraverso percorsi PCTO mirati sui temi della sostenibilità ambientale, dell’efficienza energetica e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Di particolare interesse è anche la metodologia di lavoro che abbiamo sperimentato basata su una virtuosa relazione sinergica tra gli attori del protocollo, per cui le azioni vengono condotte attraverso l’integrazione tra risorse umane della scuola e le proposte del mondo economico e sociale, del sistema produttivo e delle amministrazioni locali coinvolte.
La contaminazione con il mondo del lavoro e il raccordo con la formazione professionale rappresentano un’importante opportunità orientativa che consente agli studenti di conoscere il forte rinnovamento delle professioni legate all’edilizia, in chiave sempre più green.
Insomma, i risultati di questi anni sono il segno di un proficuo lavoro di sistema che costituisce, almeno dall’inizio del mio mandato in questa regione, l’obiettivo principale della strategia di sviluppo perseguita dall’USR. È un modello che caratterizza l’area metropolitana di Torino e in generale il Piemonte: un “fare squadra” che offre risultati innovativi e di eccellenza, replicabili, volendo, in altre aree del Paese.
Oggi le nostre azioni si inseriscono in un contesto più ampio perché, come sapete, il Ministro Fioramonti ha promosso un Piano nazionale per l’educazione alla sostenibilità che prevede 20 interventi coerenti con l’Agenda ONU 2030. E sulla scorta di questo indirizzo politico, viste le numerose progettualità delle nostre scuole in questo campo, l’USR ha aperto sul proprio sito un’area dedicata ai temi dell’ambiente – “Istruzione, no estinzione. USR per il Piemonte for future” e ha costituito un’unità operativa per il coordinamento delle azioni, affidandole anche il compito di raccogliere e pubblicare dati e materiali prodotti dalle scuole di ogni ordine e grado. Il Protocollo è senza dubbio, in quest’ambito, una buona pratica.
Grazie per l’attenzione.
Fabrizio Manca