Progetto

L’idea di partenza nasce dal forte convincimento che è urgente far crescere la specializzazione tecnica negli studenti attraverso una maggiore interazione tra Scuola, Enti ed Imprese, superando sterili separazioni e colmando le possibili lacune nelle conoscenze.

Il Piemonte, primo territorio di riferimento, è  ricco di un patrimonio culturale e paesaggistico diffuso per il cui sviluppo necessita di un’idea vincente, di nuove professionalità attente e formate, per interventi energeticamente sostenibili e ambientalmente compatibili.

L’idea è di contribuire a far nascere e costituire una comunità fra progettisti, imprenditori, tessuto sociale e futuri tecnici, per fornire una visione moderna ed aggiornata della risposta che l’architettura può offrire al tema dell’abitare sostenibile.

Le finalità del progetto

Le finalità che persegue il progetto sono sostanzialmente:

  • Contribuire a migliorare le competenze che gli studenti acquisiscono nella scuola attraverso un sempre maggiore confronto e  interazione tra le informazioni acquisite nelle scuole con quelle che si possono acquisire attraverso un’esperienza innovativa nel mondo del lavoro, a contatto con le concrete prassi/materiali/tecnologie utilizzate dagli studi professionali e dalle aziende. Il capitale umano – rappresentato dai giovani – che si affaccerà sul mercato del lavoro sarà più ricco, più rapidamente inseribile nei processi produttivi e a sua volta stimolatore per le innovazioni che l’evoluzione tecnologica richiederà sempre più nel governo delle automazioni produttive/professionali.
  • Focalizzare l’accrescimento di queste competenze degli studenti sui temi della sostenibilità ambientale, sull’energia da risparmiare e produrre senza inquinare.
  • Potenziare le  metodologie laboratoriali e le attività di laboratorio attuando una modalità operativa di apprendimento intesa come esperienza in campo.
  • Adeguare il settore formativo all’effettivo mercato del lavoro mettendo a disposizione  risorse e  competenze specifiche di professionisti ed aziende per offrire una risposta aggiornata, completa, efficiente ed integrata.
  • Potenziare il legame con il mondo del lavoro.
  • Allenare e motivare gli studenti al lavoro di gruppo (team working) da svolgersi in modo collaborativo, unificando le risorse per il raggiungimento di un obiettivo condiviso, accrescendo la partecipazione attiva degli studenti al processo di insegnamento-apprendimento.
  • Valorizzare la  scuola  intesa  come  comunità  attiva, aperta  al  territorio  e  in  grado di  sviluppare e aumentare l’interazione con la comunità e il mondo lavorativo.

Il progetto nasce da attente analisi e riflessioni sulla situazione socio economica e culturale del nostro tempo ed intende portare un contributo nella formazione al fine di proporre metodologie per abitare il territorio in modo sostenibile considerando sia le nuove strutture che il recupero di spazi esistenti.

Periodo storico e globalizzazione

Nel periodo storico in cui viviamo, fortemente caratterizzato da temi strategici come la globalizzazione, assume una forte centralità la visione e il concetto di creatività e di innovazione come motore sociale, culturale ed economico in una visione internazionale della società.

Da una società della conoscenza veloce a una società della conoscenza consapevole

  • In una settimana il NY Times  fornisce  più informazioni di quante una persona poteva conoscere nella sua vita nel XVIII secolo;
  • Nel 2011 sono stati generati 4X1019 bytes di informazioni ossia più di quello che abbiamo avuto in 5000 anni di storia precedente;
  • L’ammontare di informazioni tecniche raddoppia ogni 2 anni;
  • Il primo messaggio commerciale è stato inviato nel 1992, oggi il numero di messaggi inviati ogni giorno supera il totale della popolazione del pianeta.

Si recepiscono con superficialità le continue informazioni che ci vengono fornite da mezzi sempre nuovi.

La società è caratterizzata dalla difficoltà di relazionarsi tra diversi ambiti.

Il  progetto si pone l’obiettivo di realizzare un ponte relazionale tra 4 mondi, formare un sistema di rete tra:

  • la Formazione
  • le Imprese
  • i Professionisti
  • gli Enti locali

sui temi dell’ABITARE SOSTENIBILE per coniugare le vocazioni delle diverse comunità e rispondere in modo efficace alle esigenze future, passando così ad una società della comunicazione consapevole.

 


Impatto sull’ambiente

  • Sono note a tutti le conseguenze sulle persone e sul pianeta determinate dallo sfruttamento delle risorse e dall’inarrestabile inquinamento degli ecosistemi mondiali;
  • L’edilizia in Europa è responsabile da sola di oltre il 40% del consumo di energia primaria per lo più non rinnovabile;
  • Il processo edilizio è ancora inefficiente, caratterizzato dall’utilizzo di tecniche e materiali con elevati contenuti di energia grigia e cicli di vita molto brevi;
  • Occorre creare la consapevolezza che siamo noi esseri umani i responsabili della capacità portante dell’ambiente e per realizzarla si rende necessario uno sforzo collettivo da parte di tutte le istituzioni.

 


Relazioni con il sistema territorio

  • I territori sono contenitori di conoscenze localizzate, legate alle esperienze accumulate e condivise nel corso del tempo da chi vive in quel contesto. Possono diventare un asset di valore strategico per la progettazione, la quale con l’analisi del contesto, si sposta verso una dimensione sociale;
  • Le tendenze osservate di recente nei sistemi urbani della maggior parte delle economie avanzate stanno subendo una trasformazione profonda, le cui caratteristiche cominciano ora a essere tracciate con approssimazione, ma le cui conseguenze sono ben lontane dall’essere comprese.  Le città di tutto il mondo sono oggi investite da tre macroprocessi che stanno mutando profondamente la natura del fenomeno urbano: la recessione dei confini che trasforma entità chiaramente circoscrivibili in “terre sconfinate” di cui è difficile definire limiti e dimensione; la nascita di NRP, Non Resident Populations, a partire dai pendolari che usano gli strumenti di mobilità per distribuire attività su territori ampi a bassa densità e, infine, i fenomeni legati alla diffusione dei media e della cultura di massa che contribuiscono a mutazioni profonde delle forme di governo e anche della rappresentazione condivisa della realtà sociale. Le città tendono a diventare NON LUOGHI;
  • Queste grandi tendenze investono sia il macrosistema dell’abitazione, cioè i luoghi in cui si colloca la casa, sia il microsistema dell’abitare, cioè l’organizzazione interna della nostra casa e i suoi rapporti con l’esterno. I due piani sono ovviamente collegati, ma fanno riferimento a insiemi di variabili diverse;
  • L’assetto interno, microsociologico, delle condizioni dell’abitare (la struttura e gli standard costruttivi e igienico sanitari) si ricollega direttamente a quello macrosociologico, ma se non portiamo la dovuta attenzione a questi legami siamo fuorviati, considerando banali e non degni dell’aulica attenzione dell’intellettuale, proprio quei fenomeni concreti che costruiscono la società a partire dalla vita quotidiana e hanno conseguenze importanti per l’assetto del nostro sistema insediativo. Non dobbiamo però fermarci al puro e semplice dato quantitativo, per importante che sia: le trasformazioni nell’ abitare urbano e nel vivere in città non si limitano al fatto che le città sono più grandi: sono anche diverse e una delle grandi diversità ha proprio a che vedere con l’abitare e soprattutto il rapporto tra la collocazione e l’organizzazione interna dell’abitazione. Come si dice in linguaggio tecnico il front e il back della nostra casa;
  • Occorre dare un impulso alla conoscenza perché le città diventino laboratori di innovazione e creatività.

 


Situazione del patrimonio immobiliare

  • L’Italia possiede un vasto patrimonio immobiliare che riflette il suo passato di civiltà urbana e, contemporaneamente, rispecchia le diverse tradizioni rurali delle regioni;
  • Annualmente solo una minima parte del parco immobiliare nazionale è interessato da importanti interventi di riqualificazione energetica ;
  • Più numerosi risultano invece gli interventi di modesta entità quali la sostituzione degli infissi, la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria, la coibentazione di strutture opache orizzontali e verticali;
  • Occorre partire dalle nostre radici per costruire sapienze e conoscenze.
Energia rinnovabile nel 2004

7,9%

Energia rinnovabile nel 2011

13%

Energia rinnovabile marzo 2019

33,9%

Energia rinnovabile eolico, solare e bionenergie

44,9 TWh

Energia rinnovabile idroelettrico

41,9 TWh

Energia rinnovabile prodotta nel 2012

92,4 TWh


Consumo di energia e nuove sfide

  • Nella zona UE27 la produzione di energia rinnovabile è passata dal 7,9% del 2004 al 13,0% del 2011, al 19,5% del 2017;
  • L’Italia ha raggiunto, nel 2011, una produzione dell’11,5%;
  • Nel 2012 la produzione italiana è passata a 92,4 TWh, per la prima volta la produzione delle ‘nuove rinnovabili’ ovvero eolico, solare e bioenergie (44,9 TWh) ha superato la produzione da idroelettrico (41,9 TWh). Nel primo trimestre 2019 in Italia la produzione di energia da fonti rinnovabili raggiunge il 39,2%.

Pertanto si rende necessario:

  • Intervenire sull’efficienza energetica degli edifici e in generale sulla sostenibilità del processo produttivo;
  • Utilizzare nuove tecnologie e conoscenze per raggiungere livelli di eccellenza nei consumi al fine di minimizzare l’impatto ambientale degli edifici;
  • Puntare sull’efficienza energetica può rappresentare una leva poderosa per un “rinnovamento accelerato” che rimetta l’Italia, anche da questo punto di vista, al passo con l’Europa;
  • Il settore delle costruzioni ha un ruolo importante nella realizzazione della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza alle catastrofi naturali Grazie al risanamento energetico negli edifici esistenti, all’utilizzo di tecnologie più innovative ed alla realizzazione di costruzioni ad alta efficienza energetica è possibile ridurre fino all’80% le emissioni di anidride carbonica prodotte;
  • La scarsità di risorse con cui quotidianamente ci si confronta richiede una urgente rivisitazione dei comportamenti sociali, produttivi, insediativi, che caratterizzano l’attività umana.

Gli edifici a energia quasi zero (NZEB – Nearly Zero Energy Building) sono destinati a rappresentare una sfida importante per il settore delle costruzioni;

  • Occorre un cambiamento profondo nel modo di costruire, creando un mercato in cui l’Abitare sostenibile diventi l’attore principale.

 


Impatto sull’economia

  • Negli ultimi anni si è assistito al passaggio da una società fordista a una post-fordista che ha portato cambiamenti nelle caratteristiche delle attività economiche. Nel nuovo contesto economico, chiamato knowledge economy (economia della conoscenza), la conoscenza rappresenta il fattore chiave in grado di sviluppare la produttività e lo sviluppo economico, e di spiegare le differenti performances tra imprese, regioni e paesi;
  • Oltre alla produzione materiale che può derivare dalle industrie tradizionali, assume grande rilevanza il capitalismo cognitivo che genera valore trasformando e utilizzando pensieri, emozioni e identità. Scienza e tecnologia diventano fattori potenti di cambiamento il cui luogo di applicazione è sempre meno la fabbrica, dove si svolgono cambiamenti materiali, e sempre più la mente, il pensiero messo in rete nello spazio virtuale delle comunicazioni. La conoscenza impiegata nei servizi passa meno per le macchine e più per le persone (Rullani, 2004);
  • Il settore delle costruzioni svolge un ruolo importante nell’economia europea: genera quasi il 10% del PIL e rappresenta 20 milioni di posti di lavoro, soprattutto in micro e piccole imprese;
  • E’ uno dei settori più duramente colpiti dalla crisi economica e finanziaria: nell’UE-27 si è registrato, tra il gennaio 2008 e il novembre 2011, un calo del 16% nell’esecuzione di opere edili e infrastrutturali;
  • Per promuovere la competitività del settore e produrne effetti durevoli occorre realizzare programmi comprendenti misure che puntino all’innalzamento delle competenze e delle qualifiche, all’innovazione e all’economia verde;
  • La Green Economy è stata riconosciuta, nell’ambito della Conferenza Rio delle Nazioni Unite del giugno 2012, come la possibile soluzione alle molteplici crisi, prime fra tutti la crisi economica e la crisi climatica.

 


Situazione occupazionale

  • Nel 2011, secondo i dati ISTAT, il settore delle costruzioni ha dato lavoro al 28,8% dei lavoratori operanti nell’industria e all’8,2% del totale degli occupati nell’intero sistema economico nazionale;
  • Il trend occupazionale evidenzia un periodo di grande difficoltà del comparto, pari a circa -20% rispetto al periodo pre-crisi;
  • Occorre definire meglio le esigenze future in termini di competenze e qualifiche;
  • La sfida dello sviluppo di un’economia sostenibile sta nel riuscire a creare nuove professioni o innovare attività tradizionali;
  • I green jobs sono in continua evoluzione, interessano tutti i settori e richiedono una preparazione sempre più mirata;
  • Si pone l’esigenza di coniugare la competitività e la sostenibilità all’interno del sistema.

 


Sistema formativo

  • In Italia i diplomati nel 2011 hanno raggiunto il 76,9% della fascia di età 20-24 anni a fronte di una media europea del 79,3%, mentre il dato del 56,0% dei diplomati riferito all’intera popolazione adulta resta ancora lontano dalla media europea del 73,2%;
  • Il tasso di disoccupazione tra coloro che hanno conseguito la licenza media, il diploma, titolo universitario è ancora oggi molto distante;
  • La crisi spinge le famiglie, sempre più incerte del loro futuro, a cercare percorsi brevi e rassicuranti perché immettono rapidamente i giovani in un mercato del lavoro che, come dimostrano i dati forniti dallo stesso Rapporto, con uguale rapidità li espelle in caso di crisi o di mutamento tecnologico;
  • L’Isfol sottolinea come l’investimento in istruzione continui ad essere pagante sotto il profilo lavorativo;
  • Occorre un forte investimento in formazione, perché il futuro ha bisogno di più lavoro e soprattutto meglio qualificato;
  • Si rende necessario applicare tutte le considerazioni del rapporto Delors all’UNESCO sull’Educazione per il XXI secolo in merito al concetto di educazione vista come esperienza totale di tutta la vita basata su quattro pilastri: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme, imparare ad essere.

 


Cultura, fulcro del progetto

  • La casa costituisce un bene di primaria importanza per la popolazione e, oltre a un valore reale e simbolico, può rappresentare anche uno strumento di diffusione culturale, quindi un potentissimo mezzo di educazione della popolazione rispetto a tematiche di sviluppo sostenibile quali risparmio energetico, gestione delle acque, qualità degli ambienti interni, salubrità, utilizzo di materiali sostenibili;
  • E’ fissato per il 01/01/2021 l’inizio del cambiamento “epocale” per l’edilizia, radicale e di tipo culturale, poiché da quella data sarà possibile costruire nuovi edifici solo se neutrali dal punto di vista energetico;
  • La prima innovazione riguarda gli obiettivi che vengono proposti, che diventano di tipo “prestazionale”. Vuol dire che gli edifici dovranno essere pensati, progettati e costruiti per raggiungere precisi e certificati obiettivi quantitativi rispetto ai fabbisogni di riscaldamento e di raffrescamento, che spetterà all’intelligenza e immaginazione del progettista raggiungere nel modo più efficace attraverso un mix di soluzioni progettuali, impiantistiche e tecnologiche;
  • E’ evidente che innovazioni di questo tipo presuppongono una maggiore attenzione alla fase progettuale, a quella di cantierizzazione nonché alla manutenzione e gestione del costruito, richiedendo una maggiore qualificazione degli operatori;
  • La casa come simbolo di diffusione della cultura.

 


Progettazione attenta e consapevole

  • Progettisti e tecnici saranno chiamati ad assumere un ruolo essenziale per lo sviluppo sostenibile;
  • Occorre qualificare le competenze e le conoscenze in materia energetica ed ambientale nella costruzione/ristrutturazione degli edifici per migliorare la qualità abitativa e il benessere nelle strutture architettoniche, razionalizzando l’uso dell’energia per migliorare l’ecosistema in un’ottica di sostenibilità futura;
  • Occorre adeguare il settore formativo all’effettivo livello raggiunto dalla ricerca e dal mercato mettendo in comune risorse e competenze specifiche delle aziende per offrire una risposta completa, efficiente e integrata;
  • Occorre formare un tecnico professionista capace di operare in team e divulgare la cultura di uno sviluppo sostenibile, in grado di proporre prodotti ed edifici sostenibili di alto profilo.

 


Approccio integrato

  • Lo sviluppo sostenibile interessa tutti i campi dell’agire umano e richiede uno sforzo congiunto di tutto il sistema Paese per diventare anche fattore di stabilità economica;
  • Serve un approccio integrato verso nuovi sistemi di produzione e di consumo, basati su una gestione sostenibile delle risorse e una drastica riduzione delle emissioni e dei conseguenti impatti, che deve essere accompagnato da un altrettanto profondo cambiamento culturale e di stili di vita;
  • Il proposito è quello di intraprendere un percorso verso una civiltà del sapere e della comunicazione integrata, con una partecipazione attiva e dinamica tra gli attori del progetto;
  • Le competenze e le specificità di intervento e le sinergie tra le stesse, offrono la possibilità alla “rete degli attori” di portare sul mercato un insieme di tecnologie coordinate e integrate, con una consulenza qualificata;
  • Questo è un momento importante per riesaminare i nostri valori, ripensare il modo di vivere la nostra quotidianità, condizione per un reale ed unico cambiamento di rotta;
  • Occorre costruire una formazione integrata e consapevole che parta dalla sinergia coordinata degli attori per realizzare una crescita sostenibile, intelligente e inclusiva.